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UN DONO DA VIVERE

La celebrazione delle Prime comunioni di domenica 30 maggio 2021, oltre la gioia dei ragazzi che hanno incontrato Gesù nell’Eucarestia, è stata per tutti una bella dose di speranza e di fiducia. Pur tra tante difficoltà, chiusure, quarantene e molto altro, i ragazzi con le loro catechiste e con il sostegno delle loro famiglie, non si sono tirati indietro e con creatività hanno dato seguito al cammino di catechesi iniziato qualche anno fa: l’incontro con Gesù è stato molto più forte di tutte le difficoltà e ha dato la spinta necessaria per affrontare tutto. Con tanta emozione! Ho detto ai ragazzi, durante l’omelia di domenica, che partecipare al dono dell’Eucarestia e quindi, immersi nel dono dell’amore di Dio, entrare in piena comunione con Lui, chiede di saper donare alle persone di tutti i giorni la gioia e la novità dell’incontro con Gesù. In definitiva l’Eucarestia ci spinge a mettere in pratica, nella vita di tutti i giorni, le parole del Vangelo che possono cambiare cuori, situazioni, persone e circostanze. Il cristiano è colui che, forte della promessa di Gesù “Io sono con voi sempre!”, diventa artefice di pace, attualizza la pagina del perdono, sa portare speranza e fiducia, riconosce nei volti sofferenti la presenza del Maestro che invita alla misericordia, ha a cuore la fraternità a partire dalle persone di tutti i giorni. Così pensavo mentre, in queste ore, ci ha raggiunto la notizia della scarcerazione, dopo 25 anni di carcere, di un boss della Mafia, autore materiale e mandante di centinai di attentati, tra i più efferati che la nostra storia abbia conosciuto. Un uomo che ha espresso la sua collaborazione con la giustizia italiana e, per questo, ha potuto beneficiare del regime giudiziario riservato ai pentiti di Mafia. Una circostanza che, comunque, stimola dibattito e confronto, chiedendo anche a noi cristiani, non estranei alle vicende del mondo, di saper fare una scelta che rispecchi il Vangelo, combattuti, come tutti, tra giustizia e perdono, tra redenzione e certezza della colpa da espiare. Lascio la conclusione, senza conclusione, alle parole di don Maurizio Patriciello che, in un editoriale su Avvenire, ha così commentato la notizia:


Da un lato, avvertiamo come un senso d’ingiustizia: "No, fermatevi, che state facendo? Non può tornare in libertà quest’uomo che ha terrorizzato l’Italia; che ha insanguinato la Sicilia; che ha fatto versare tante lacrime a milioni di persone...". Indignazioni giuste, comprensibili, condivisibili, ma alle quali bisogna opporre resistenza. E accettare, ingoiando bocconi di fiele e di dolore, che se questa è la legge – tra l’altro voluta proprio da Giovanni Falcone – è giusto che venga rispettata. Ed è bene che anche personaggi come Giovanni Brusca, avvertano quanto nobile e civile sia la società che tanto hanno infangata e insanguinata. E conclude: Per quanto ti possa apparire strano, sappi che tanti cristiani pregano per te. Anche per te Gesù Cristo è morto e risorto.






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23-2021
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