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LA PAZIENZA DEL FALEGNAME

Da diverse settimane, Ignazio e Alessandra, con pazienza, professionalità e tenacia, hanno messo mano al restauro dei portoni della nostra chiesa parrocchiale: in oltre 30 anni, sole, intemperie e tempo hanno fatto la loro parte e il legno stava a più riprese implorando un deciso intervento di sostegno, levigatura e rinnovamento. Millimetro dopo millimetro, armati di carta vetrata di vario spessore e di levigatrici di ogni specie, nelle più improbabili e scomode posizioni di lavoro e soprattutto con una sostanziosa dose di energia fisica e di resistenza, Ignazio e Alessandra stanno procedendo nella faticosa impresa e per Pasqua consegneranno alla comunità i portoni restaurati. Un lavoro che, insieme a parecchia pazienza, appunto, sta richiedendo tantissimo amore e altrettanta donazione e generosità: in linea con il tempo quaresimale. Già, perché anche la nostra anima, in questo tempo di rinnovamento e di penitenza verso la Pasqua, per essere nuovamente “fiammante” richiede il medesimo lavoro: pazienza, generosità e donazione, passando per l’ascolto della Parola di Dio, la preghiera ed il discernimento e la scelta di allargare il cuore perché trovino spazio perdono e carità. Possono essere d’aiuto, in tal senso, alcune espressioni dell’omelia di Papa Francesco nella Messa allo stadio di Erbil, nel recente viaggio in Iraq, tra le comunità cristiane segnate da decenni di inaudita persecuzione:


Come Gesù non tollerò che la casa del Padre suo diventasse un mercato, così desidera che il nostro cuore non sia un luogo di subbuglio, disordine e confusione. Il cuore va pulito, va ordinato, va purificato dalle falsità che lo sporcano, dalle doppiezze dell’ipocrisia. Tutti noi ne abbiamo. Sono malattie che fanno male al cuore, che infangano la vita, la rendono doppia. Abbiamo bisogno di essere ripuliti dalle nostre ingannevoli sicurezze che mercanteggiano la fede in Dio con cose che passano, con le convenienze del momento. Abbiamo bisogno che siano spazzate via dal nostro cuore e dalla Chiesa le nefaste suggestioni del potere e del denaro. Per ripulire il cuore abbiamo bisogno di sporcarci le mani: di sentirci responsabili e non restare a guardare mentre il fratello e la sorella soffrono. Ma come purificare il cuore? Da soli non siamo capaci, abbiamo bisogno di Gesù. Lui ha il potere di vincere i nostri mali, di guarire le nostre malattie, di restaurare il tempio del nostro cuore.

Un sincero e perentorio invito che possiamo fare nostro in questo conclusivo tratto di strada quaresimale e che potremo far riaffiorare ogniqualvolta ci soffermeremo ad ammirare il portone restaurato.






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