LA FRESCHEZZA DELLA SEMPLICITÀ
- Andrea Pani
- 15 ago
- Tempo di lettura: 2 min
Aggiornamento: 16 ago
Comunità e parrocchia non sono concetti astratti e asettici: si esprimono e si concretizzano in volti e storie reali di persone che ne abitano gli spazi, danno il loro contributo di tempo, parola e azioni e le fecondano con la loro partecipazione e creatività. Abbiamo avuto il dono, fin dall’inizio della storia della nostra parrocchia, di poter contare sul dono e sulla presenza di Margherita Tocco-Cabua: l’abbiamo salutata, lunedì scorso, consegnando al Signore la gratitudine per i suoi 89 anni e per il tempo e le energie che ha dedicato alla nostra comunità, ma anche in altre realtà cittadine, come catechista, volontaria nella carità e soprattutto come ministro straordinario della comunione, tra gli ammalati del nostro quartiere, portando con devozione e premura il Signore nelle loro case. Qualche anno fa aveva partecipato come cuoca al camposcuola dei ragazzi a Cuglieri: una foto attesta il momento più commovente di quei giorni quando Margherita, da nonna saggia, ha ringraziato tutti con una lettera, quasi un testamento spirituale in cui ha consegnato ai quei ragazzi e a noi più grandi la bellezza del suo amore per Gesù e di aver vissuto la sua vita nella fede e nell’amore per il prossimo.
Grazie ai nonni abbiamo ricevuto una carezza da parte della storia che ci ha preceduto: abbiamo imparato che il bene, la tenerezza e la saggezza sono radici salde dell’umanità. Questa è la nostra storia da custodire, la storia di cui siamo eredi.
Quest’espressione di papa Francesco ci invita a riconoscere negli anziani e in chi ci ha preceduto e accompagnato nei primissimi passi, l’importanza delle nostre radici. Radici: da custodire, da non trascurare e mai recidere.
Guardiamo ai nonni e agli anziani come testimoni di speranza - ha detto Papa Leone - capaci di illuminare il cammino delle nuove generazioni. Non lasciamoli soli, ma stringiamo con loro un’alleanza di amore e di preghiera.
Se perciò anche attraverso queste righe proviamo a dare risalto alla figura di Margherita e ad alcuni tra suoi tratti più significati - molti sono custoditi nel cuore - è certamente per dare luce e gloria all’opera di Dio che si è compiuta in lei, nella fede, nella sua vocazione di sposa, amica, mamma, nonna, e per come il Signore l’ha fedelmente accompagnata e ne ha fatto dono anche alla nostra parrocchia. Ora il dono di Margherita risplende nella pienezza della verità di Dio. Ciascuno di noi ha la responsabilità di custodire, con immensa gratitudine, i piccoli e grandi segni, parole, gesti e attenzioni del passaggio e del dono di Margherita: custodire ma anche lasciarci interrogare, accompagnare, ispirare dalla sua testimonianza.

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