ECCOMI
- Andrea Pani
- 22 ago
- Tempo di lettura: 2 min
Aggiornamento: 23 ago
La foto che accompagna le riflessioni di questo numero è di ben 15 anni fa: il 13 ottobre 2010, giorno del mio ingresso, come parroco, in questa comunità parrocchiale. A partire da quel giorno ho vissuto una quotidianità fra voi e condiviso una familiarità di voci e di suoni, di esperienze e anche di cadute, di gioie e anche di sofferenze che oggi più che mai riaffiorano e abitano il cuore e la mente. Ogni giorno una chiamata e con essa l’eccomi a Dio e a voi che ho cercato di esprimere con fedeltà e generosità. Da qualche tempo, nel dialogo con il Vescovo, si è affacciata la possibilità di un cambio di parrocchia: ho imparato, negli anni di formazione e dalla testimonianza di tanti amici sacerdoti, che l’eccomi per essere fecondo deve essere concreto, vissuto, sincero e che domanda sempre un “sacrificio”, cioè un donare sé stessi perché ciò che siamo e facciamo sia sempre a maggior gloria di Dio e non nostra. Non potevo tirarmi indietro: tante volte, anche nelle molteplici esperienze sacerdotali, ho invitato tutti a stringerci attorno al Signore e dire con fiducia il nostro Si alla sua volontà. Ora, in modo diretto e più chiaro di altre volte, ho ripercorso le tappe, tante altre volte vissute, in cui la voce della Chiesa chiede di tornare alla “riva del lago”, a quel giorno in cui la voce del Maestro si è fatta chiamata schietta e personale. Tornare lì e, non senza timore e trepidazione, far sgorgare dal cuore le parole della fede:
Per questo mi hai scelto e ti seguo! Mi fido della tua volontà sulla mia vita. Non esisto per me ma per Te, per annunciare il Vangelo come umile operaio nella tua vigna.
E così, tra silenzi, segni e sospensioni in questo Eccomi ho trascinato e coinvolto anche voi, amici della Madonna della strada! Sinceramente: ho avvertito la forte differenza tra pronunciare la mia disponibilità davanti al tavolo dell’Arcivescovo o in qualche colloquio telefonico e dire il proprio Eccomi mentre avete iniziato a raccontare di cosa abbiamo condiviso insieme, di quanto siate dispiaciuti, del molto altro che si sarebbe potuto condividere insieme! Spezza il cuore e mette davanti alla grande responsabilità di amicizie, di vite che mi sono state affidate, di cammini significativi di fede che inevitabilmente ora conoscono la possibilità di nuovi scenari. Sto dicendo il mio eccomi; con dignità e fede edificante anche voi state dicendo il vostro – e di questo non finirò mai di ringraziarvi: un Eccomi che anche don Michele, nuovo parroco di questa comunità, sta pronunciando insieme alla parrocchia di san Sebastiano a Cagliari. Anche per lui e anche per loro non è facile e immediato entrare in una nuova missione e quotidianità: ne siamo consapevoli un po' tutti e con umiltà e tanta fede attraversiamo questo tempo con tanta preghiera e altrettanta disponibilità perché Dio porti a compimento la sua opera in noi!

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