Papa Francesco in una lettera del 2 maggio indirizzata ai sacerdoti scriveva:
La Chiesa non potrebbe andare avanti senza il vostro impegno e servizio. Per questo voglio anzitutto esprimere gratitudine e stima per il generoso lavoro che fate ogni giorno, seminando il Vangelo in ogni tipo di terreno. (cfr. Mc 4,1-25)
La Chiesa non chiude i battenti neanche d’estate. Difficilmente si legge al portone di chiesa il cartello: Chiuso per Ferie, anzi con la scoperta o la riscoperta in tante parrocchie anche piccole dell’Oratorio estivo, sono i bambini accompagnati dai loro animatori a vivacizzare le diverse giornate con le loro voci, e attività varie all’aperto, sportive, ricreative musicali senza tralasciare i momenti di riflessione e di preghiera come è stato per i nostri bambini e ragazzi l’incontro con l’Arcivescovo Mons. Baturi del 2 luglio. Un venticello gradevole gonfiava i tendoni preparati per proteggere dal sole e sembrava voler far sentire il soffio forte dello Spirito Santo che invitava i ragazzi a prendere il largo e lasciarsi guidare da un desiderio da realizzare.
Scriveva ancora il Papa che la Chiesa ha bisogno dei suoi Parroci: senza di loro non potremo mai imparare a camminare insieme, non potremo mai intraprendere quel cammino che Dio si aspetta dalla Chiesa del terzo millennio.
Nella nostra parrocchia, grazie a Dio, oltre il parroco don Emanuele tanti laici uomini, donne, ragazzi e giovani si sentono impegnati nella crescita dei valori da esprimere concretamente nella chiesa sotto svariate forme. La parrocchia è viva, si lavora alacremente anche d’estate. Non manca mai il servizio sacerdotale con le Sante Messe feriali e festive, l’amministrazione dei vari Sacramenti e, grazie ai ministri straordinari dell’Eucaristia anche i malati e gli anziani possono usufruire del loro prezioso servizio accogliendo Gesù in casa loro quasi tutti i venerdì. Anche la catechesi dei ragazzi non ne risente tanto perché viene svolta in altra forma vivendo insieme l’esperienza del CreGrest, i vari campiscuola e altre esperienze formative.
Insomma, la parrocchia è viva e impegnata anche nei cosiddetti tempi morti.
Mi rimangono impressi ricordi indimenticabili di giovane vice parroco vissuti in mezzo ai ragazzi e i giovani dell’Oratorio a Muravera, a Monserrato e da parroco a San Basilio, dove l’Oratorio era come una seconda casa in cui si trascorrevano serate felici con ragazzi impegnati in attività sportive a livello zonale e provinciale, proiettavo Film in 16 mm, Cineforum, filodrammatica con i giovani, incontri a carattere formativo, spirituale, musicale, etc.
Ma un fatto particolare voglio raccontare: conobbi un giovane bravissimo che però non aveva amicizie al di fuori della scuola, lo invitai a frequentare l’Oratorio. Dopo diverse insistenze, incominciò a inserirsi partecipando gradualmente alle attività, tanto che, dopo un paio d’anni lo nominai presidente. Era al secondo anno di Medicina, quando una mattina passeggiavamo nel cortile dell’Oratorio e mi disse: “Don Antonio, ho deciso di lasciare l’Università e fare esperienza dai Missionari". Fu per me una notizia scioccante, ma altrettanto di immensa soddisfazione. Avevo capito quanto ripagasse “perdere tempo” a stare in mezzo ai ragazzi.
don Antonio
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