Il fatto di essere tornati “in zona rossa” da qualche giorno, ben si abbina al percorso di preparazione al Sacramento del Matrimonio che, domenica 11 aprile 2021, ha preso avvio nella nostra parrocchia. 7 coppie di fidanzati che stanno scegliendo di vivere il “cammino dell’amore” percorrendo le tappe della fede e del Vangelo. Ognuno con la propria storia e accomunati dalle incognite di questo tempo anche per ciò che riguarda fissare o meno la data della celebrazione. Come per le precedenti edizioni, cresce il numero di fidanzati che già convivono, qualcuno con già dei figli: tutti desiderano dare stabilità alla loro unione attraverso il Sacramento. A guidare gli incontri, oltre me, un gruppo di 5 coppie sposate, chiamate a condividere, anche attraverso le loro esperienze, gli snodi significativi delle riflessioni e delle condivisioni suscitate dalle tematiche affrontate nelle 8 tappe del percorso. L’accoglienza, dal vivo, è stata caratterizzata dalla presentazione delle coppie, dalle informazioni necessarie per iniziare il cammino e da un primo momento di confronto e dialogo nella coppia sulle motivazioni che accompagnano la scelta di sposarsi. I prossimi due incontri, in base alla normativa, li svolgeremo in remoto, in FAD “Fidanzati A Distanza”, ognuno a casa sua e collegati dalle piattaforme digitali, sperando di poter
presto ritrovare la gioia dell’incontro dal vivo.
Ciò che ci sta più a cuore è che ogni coppia impari a saper dialogare e ciò non è per nulla scontato: tante volte succede che non si abbia il coraggio di affrontare e non si percepisca la gioia di donare e accogliere pensieri, riflessioni sulle cose più importanti e fondamentali: proprio quei momenti sono capaci di generare scelte concrete e decisive per il presente ed il futuro della storia d’amore, anche nella prospettiva della famiglia con i figli. Scrive papa Francesco nell’enciclica Fratelli tutti:
C’è bisogno di gesti fisici, di espressioni del volto, di silenzi, di linguaggio corporeo, e persino di profumo, tremito delle mani, rossore, sudore, perché tutto ciò parla e fa parte della comunicazione umana.
Non solo per le coppie ma anche per tutte le altre relazioni significative della vita, siamo davanti ad un passaggio epocale e delicato: ci siamo accorti dell’importanza della fisicità ma allo stesso tempo ne siamo spaventati e, impauriti, ci teniamo lontani dagli altri, anche da coloro cui abitualmente permettiamo di respirare la nostra stessa aria. Penso alle conseguenze che tutto il “chiuso” in casa sta producendo nel vissuto dei più giovani, bambini inclusi: penso a come, con creatività e disponibilità, soprattutto la comunità cristiana, nei prossimi anni, sarà chiamata a dare il suo servizio e contributo educativo per ricostruire legami, esperienze, occasioni di comunità che risulteranno preziosissime per fare in modo che questo tempo di emergenza, con tutte le sue ferite, non rimanga tempo sprecato ma possibilità per uscirne insieme “migliori”.
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