Il 4 luglio di 58 anni fa, nella Basilica di N.S. di Bonaria, a Cagliari, il nostro don Antonio diventava sacerdote. Da quel giorno la sua vita è stata, e continua ad essere, completamente e appassionatamente spesa per il Signore e vissuta lietamente nella gioia del Vangelo. Sono state veramente tante le comunità parrocchiali e i gruppi di fedeli che hanno potuto apprezzare lo zelo apostolico e il tratto umano di don Antonio: Muravera, Sant’Ambrogio in Monserrato, San Basilio, San Pantaleo in Dolianova, San Sperate ed infine Serrenti. Infine ma non infine perché anche nella nostra parrocchia don Antonio sta lasciando il segno: la disponibilità nelle confessioni e nelle celebrazioni, la saggezza con cui ascolta e, anche con me, consegna preziosi suggerimenti e, non ultimo, lo stesso foglio di comunicazione che state leggendo è una sua invenzione e settimanalmente prende forma grazie alla sua creatività e applicazione. In un tempo in cui facilmente ci si dimentica del sacrificio e della dedizione con cui gli attuali anziani hanno speso la loro vita e nella fretta del tempo presente che fatica a dare spazio all’ascolto e alla gratitudine, mi sembra davvero importante e necessario dare il giusto spazio alla preghiera e alla lode al Signore per il dono di don Antonio fra noi e per questo suo importante anniversario che fa intravedere la gioia dei 60 anni di sacerdozio. Continuando a pregare perché il Signore trovi per la sua chiesa, anche tra i giovani della nostra parrocchia, cuori disponibili a prendere il “testimone” del sacerdozio: tante volte, anche su queste pagine, ho fatto presente a tutti la necessità di pregare per le vocazioni alla vita sacerdotale e consacrata. La testimonianza di don Antonio, anche con le inevitabili fragilità e stanchezze che ognuno porta con sé, rappresenta un significativo punto di partenza per riconoscere come accogliere la chiamata del Signore dona davvero pace e prospettiva alla vita: il tempo, le energie, il cuore e i sogni completamente orientati e messi a servizio del Vangelo e per il bene della comunità affidata. In occasione dell’omelia nella Messa in diretta su Radio Maria di mercoledì, ho commentato così il passo del Vangelo in cui Gesù mette in guardia dai “cattivi“ pastori:
Un richiamo che riguarda certamente chi ha la responsabilità di custodire e guidare il gregge affidatogli da Cristo, e quante volte sperimentiamo l’assurdità di pastori che più che amare, custodire e guidare sono preoccupati di possedere, in tutte le forme possibili; pastori che con parole e fatti si fanno riconoscere per i frutti cattivi. Una costatazione che chiede alle nostre comunità un di più di preghiera. Il richiamo di Gesù raggiunge chiunque abbia responsabilità educative e ci interroga anche su come viviamo i legami significativi della nostra vita: pensiamo a tutte le situazioni in cui ad ognuno viene chiesto di essere per gli altri sostegno, parola amica, segno di speranza e di concreta vicinanza.
Grazie a Dio, nella nostra comunità parrocchiale, possiamo contare da qualche anno sulla trasparente, serena, mite e appassionata testimonianza di don Antonio! Auguri di cuore!
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