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GRAZIE /4 - SERVITE IN LAETITIA!

Anche per il “grazie” di questo numero vi chiedo di restare in chiesa, dove la comunità celebra il Signore e attinge a piene mani al dono della sua misericordia. Infatti desidero esprimere un infinito senso di gratitudine ai ministranti che in questi anni hanno fedelmente aiutato i sacerdoti nella celebrazione della Messa. In primo luogo i ministranti “con i capelli bianchi” o già senza capelli! Non c’è stata celebrazione del mattino o della sera, ma anche in orari improponibili, in cui uno di loro non abbia affiancato il sacerdote, rendendosi disponibile per il servizio all’altare, e questo grazie alla precisione dei turni preparati dal veterano Gigi Zanda. Per tanti di loro la chiamata ad essere ministrante è stato un tuffo nel passato, quando da piccoli e in altri contesti liturgici avevano già sperimentato la novità di ampolline, manutergi e calici. Per altri ha significato cimentarsi in un servizio delicato e prezioso che più che sul “saper fare” domanda un cammino continuo di conversione ossia di “essere” a servizio del Signore e della chiesa. In letizia, appunto! Diversi di loro si sono specializzati anche nel servizio alle celebrazioni dei funerali (e sono stati davvero tanti!) aggiungendo alla disponibilità una significativa testimonianza della comunità che accoglie, prega, si fa vicina soprattutto nel momento del dolore e della prova. Non me ne voglia nessuno se, tra tutti, vorrei far arrivare un ringraziamento tutto particolare a Pino Arca: ogni mattina, d’inverno e d’estate, la Messa delle ore 7.30 lo ha visto protagonista nel preparare, servire – fin tanto che le gambe glielo hanno permesso – e vigilare che tutto in chiesa fosse in ordine e al sicuro. Che bellissima testimonianza! Un pensiero specialissimo a Dino, fino a pochi anni fa anche lui presentissimo tra i ministranti: ora la salute sta facendo un po' di scherzetti ma …non mollare! Grazie a tutti i ministranti “over” per aver risposto alla proposta di essere al servizio del Signore accanto al suo altare! Ci sono poi i ministranti e le ministranti più piccoli! Una bellissima esperienza di amicizia, di servizio e di crescita: tantissimi di loro grazie al servizio all’altare hanno avuto la possibilità di sentirsi protagonisti nella comunità cristiana e anche nella vita: anche per loro non si tratta infatti di fare il ministrante ma di esserlo! In loro mi sono ritrovato ripensando a quando, da piccolissimo, nella chiesetta del mio paese, ero felice di indossare la veste e di partecipare alla Messa così da vicino. Proprio tra quelle mura la chiamata del Signore si è fatta importante e decisiva, come incisiva è stata la testimonianza semplice ma ricca di fede del mio parroco, don Felice. Vedere la gioia di tanti e tante di loro e osservare le tappe della loro crescita rappresenta per la comunità un grande segno di speranza. A coordinare le celebrazioni, con competenza, dedizione, delicatezza e tanta passione, Giancarlo! Era ancora piccolo quando lo trovai tra i ministranti della prima ora: crescendo, attraversando anche periodi di distacco e di riflessione, Giancarlo ha compreso che poteva mettere a disposizione della comunità la scoperta della bellezza della liturgia come luogo d’incontro sincero e pieno con Cristo. E così, formandosi adeguatamente, in questi anni ci ha aiutato a vivere celebrazioni solenni, dignitose, precise e mai formali. Si è fatto “angelo custode” per tanti ragazzi e ragazze che imparando da lui e con lui l’arte di “servire nella liturgia” hanno anche aperto il cuore all’amicizia con Gesù e alla vita nuova con lui. In tante celebrazioni complesse come nel Triduo pasquale e in altre occasioni con tanti sacerdoti e passaggi celebrativi delicati, osservando la compostezza, la precisione e la sobria dignità del servizio liturgico, ho pensato che i nostri ministranti non sfigurerebbero affatto nemmeno nel servizio alla Messa con il Papa.


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Rimaniamo in chiesa e incontriamo le signore del gruppo “Santa Marta”: e qui la gratitudine si fa anche commozione e ammirazione. Sono loro che ci fanno trovare pulita e adorna la chiesa, pronta perché la nostra preghiera e il nostro ritrovarci sia bello anche per questo. Tante di loro da anni si dedicano a questo prezioso, nascosto e delicatissimo servizio mentre alcune sono approdate solo da poco: ognuna con una storia e una motivazione sublime che anima il loro sacrificio. Sì, perché di sacrificio si tratta: il sabato mattina dalle 6.00 alle 8.00 ci sono banchi da spostare e spolverare, pavimenti da lavare, ragnatele da divellere e tutto quello che è necessario per rimettere in ordine la chiesa, di settimana in settimana. Per non parlare poi della cura che richiedono le piante e i fiori, come anche le tovaglie e la biancheria che si utilizza per le celebrazioni. Un sacrificio che nasce da una promessa fatta, da una chiamata accolta, dall’invito di un’amica. Tra loro, da qualche anno, non possiamo più contare sulla presenza di signora Giovanna, storica e infaticabile parrocchiana della prima ora: è lei che mi ha accolto 15 anni fa e per tanto tempo si è fatta custode delle tradizioni, coordinatrice nella pulizia degli ambienti, improvvisata e creativa fioraia, esperta e ardita in sartoria e molto di più. Il servizio di “Santa Marta”, come quello degli altri gruppi in parrocchia, è un servizio totalmente gratuito. Si mettono in gioco e si rimboccano le maniche per amore del Signore e della comunità cui appartengono: il loro sorriso e la determinazione con cui vivono tutto mi lasciano sempre senza parole! Grazie!


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Una bella testimonianza è sempre stata quella di coloro che proclamano la Parola di Dio nella celebrazione della Messa: attraverso loro, la loro presenza ed il loro servizio, attraverso la loro voce, Dio parla alla comunità e fa risuonare la Parola di salvezza nel cuore dell’uomo. Grazie ai turni curati dal precisissimo Bruno, ogni giorno, la proclamazione della Parola di Dio a Messa non è stata improvvisata né lasciata scoperta: la voce dei lettori ci ha accompagnati nel percorso di fede che quotidianamente la liturgia ci chiede di compiere a partire dalle pagine della Sacra Scrittura.


Per chiudere questa batteria di “grazie” che, spero, trasmettano il molto di più che abita il mio cuore in questo momento, non vorrei assolutamente dimenticare il gruppo “Sicurezza”, volontari che, all’indomani della chiusura a causa della pandemia, con l’inconfondibile pettorina gialla, hanno gestito il sereno e rispettoso ritorno in chiesa e nei momenti più affollati. Da quell’esperienza è germogliato il prezioso servizio che Maby e Giusy, con qualche altra saltuaria comparsa, stanno tuttora svolgendo: l’accoglienza in occasione dei funerali e il servizio della lettura in quelle celebrazioni. Un servizio preziosissimo e delicato, vissuto sempre da Maby e Giusy con estrema sensibilità e dedizione, anche loro volto amico della comunità che si fa vicina a chi piange. Mi piace pensare che chi accompagna nell’ultimo saluto i defunti a lui sconosciuti se li ritroverà alle porte del Paradiso, accoglienti e felici, per quell’atto incommensurabile di ammore per loro.


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