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UN CUORE PER AMARE

Ho scoperto negli anni, l’importanza non solo liturgica ma anche teologica ed esistenziale della Festa del Sacro Cuore di Gesù e mi ci sono affezionato. Talvolta i simulacri e le immagini che raffigurano il Signore che mostra il suo costato aperto indicando il suo cuore, rischiano di far dirottare l’intensità umana e spirituale del “mistero” celebrato nell’esclusiva sfera sentimentale. Ci sta ma non basta! Il culto dell'amore di Dio nella contemplazione del Sacro Cuore di Gesù aiuta a ricordarci incessantemente che in Gesù Dio ha preso su di sé la sofferenza volontariamente “per noi”, “per me”. Non solo siamo chiamati a riconoscere con gratitudine l'amore di Dio ma ad aprirci a tale dono d’amore in modo che la nostra stessa vita ne sia sempre più modellata. E poiché l'amore di Dio ha trovato la sua espressione più profonda nel dono che Cristo ha fatto della sua vita per noi sulla Croce, è soprattutto guardando alla sua sofferenza e alla sua morte, al suo costato trafitto, che possiamo riconoscere in maniera sempre più chiara l'amore senza limiti che Dio ha per noi.

Dio, ci invita instancabilmente ad accogliere il suo amore e ad amare come ha amato e ama lui. Scrisse Giovanni Paolo II nei suoi Insegnamenti:


Vicino al Cuore di Cristo, il cuore umano apprende a conoscere il senso vero e unico della vita e del proprio destino, a comprendere il valore d'una vita autenticamente cristiana, a guardarsi da certe perversioni del cuore, a unire l'amore filiale verso Dio all'amore verso il prossimo. Così - ed è la vera riparazione richiesta dal Cuore del Salvatore - sulle rovine accumulate dall'odio e dalla violenza, il cuore che non ama, potrà essere edificata la civiltà del Cuore di Cristo.

Il mondo, il nostro stesso cuore hanno sempre più bisogno di vedere, di far tesoro, di accogliere un Amore di tale portata, quella divina, sconosciuto fino al momento in cui Cristo Risorto ha mostrato le sue ferite, quelle che eternamente “cicatrizzano” fino a che punto lo ha condotto il suo amore per noi. Se le parole che utilizziamo, le immagini che vediamo, i discorsi che intavoliamo, i pensieri che rincorriamo e le intenzioni che generiamo in noi nascono da cuori induriti e ostili all’amore del Signore e di conseguenza alla gratitudine, al pentimento e alla fiducia, sarà più difficile far fruttificare nella nostra interiorità e attorno a noi possibilità di pace, di perdono, di serenità, di speranza.

L'amore non è mai finito e completo” ha scritto Papa Benedetto nell’ enciclica Deus caritas est. Proprio dalla sorgente di un amore senza misura, quella che sgorga dal cuore di Cristo, può essere possibile che la nostra vita irrighi con l’acqua fresca e nuova dell’amore le persone che incontriamo, le strade che percorriamo, le situazioni che affrontiamo, le ferite che siamo chiamati a sanare e i fallimenti da perdonare.







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