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SACERDOTI NEL TEMPO CHE PASSA


L’Ordinazione Presbiterale imminente di don Andrea mi fa tornare indietro nel tempo di sessant’anni quando anch’io lasciavo il Seminario Regionale di Cuglieri dopo 8 anni ininterrotti di vita seminaristica e di preparazione teologica pastorale in vista del ministero presbiterale che da lì a poco avrei iniziato a servizio della Arcidiocesi di Cagliari. Sono trascorsi ormai 60 anni. La stessa trepidazione di don Andrea, di don Claudio e di don Matteo la provai anch’io insieme agli altri 35 miei compagni che, giovanissimi come pulcini appena usciti dalla gabbia stavamo per spiccare il volo verso i lidi delle nostre Diocesi per ricevere dalle mani dei nostri Vescovi per l’azione santificante dello Spirito Santo l’Ordinazione Sacerdotale che ci avrebbe deputati al servizio nelle rispettive Diocesi di provenienza. Tantissime cose sono cambiate da allora ad oggi, noi incontravamo un mondo del tutto sconosciuto, le norme allora erano più severe di oggi, non avevamo contatto col mondo esterno, non si poteva leggere alcun giornale, non si poteva dare un calcio al pallone perché altrimenti il 7 in condotta era assicurato, si giocava solo a pallavolo e, naturalmente in veste talare, si usciva ogni sera a passeggio ma sempre rigorosamente in sottana e cappello tondo, il passeggio era o nella strada principale verso la periferia, o verso una zona detta Tiu Memere che era praticamente una mulattiera dove si incontravano asinelli con sulla groppa il padrone che tornava a casa… non si vedevano auto in circolazione anche perché tolta la strada principale tutte le altre erano mulattiere… Dall’anno 1971 il Seminario regionale fu trasferito a Cagliari e lì i seminaristi respiravano aria nuova, si godeva di una certa libertà, ci si apriva maggiormente al mondo circostante, potendo andare in famiglia ogni settimana, fare esperienza pastorale nelle parrocchie il sabato sera e la domenica, fare vita comune col parroco ecc... Anche l’Ordinamento degli studi era diverso: Gli studi filosofici e teologici erano obbligatoriamente in lingua latina: il latino era la lingua ufficiale della Chiesa. Ci si preparava per una Pastorale tradizionale quando poi con l’ascesa al Soglio di Pietro di Papa Giovanni XXIII che indisse il 25 gennaio 1959 il Concilio Ecumenico Vaticano 2° tutto dovette essere impostato secondo le norme conciliari. La Chiesa sotto l’azione dello Spirito Santo doveva portare una ventata nuova di spiritualità, doveva uscire dalle Sacristie per avvicinarsi alla gente, entrare nei suoi problemi e farli propri. Così diceva uno dei primi documenti promulgati dal Concilio:


Le gioie e le speranze, le tristezze e le angosce degli uomini d’oggi, dei poveri soprattutto e di tutti coloro che soffrono, sono pure le gioie e le speranze, le tristezze e le angosce dei discepoli di Cristo, e nulla vi è di genuinamente umano che non trovi eco nel loro cuore. GS (7-12-1966)

Noi, novelli sacerdoti eravamo chiamati espressamente a portare gradualmente le novità apportate dal Concilio e tradurle in pratica pastorale… Ora, cari Sacerdoti novelli l’azione pastorale continua con voi freschi della Unzione sacerdotale che dal 30 novembre prossimo sarete Sacerdoti di Cristo in eterno… La Chiesa di Cagliari vi attende con la vicinanza spirituale, prega per voi e con voi…. Siate Sacerdoti santi!


don Antonio



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