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SACERDOTE PER AMORE DEI FEDELI

Nella Settimana Santa abbiamo accolto in parrocchia don Agostino, sacerdote della Corea del Sud e studente a Roma presso il Pontificio Istituto Biblico. Lo abbiamo apprezzato per la sua dedizione nelle confessioni e per la sua semplice ma profonda presenza tra noi. Ecco una sua testimonianza, letta durante la preghiera notturna del Giovedì Santo.



Sono stato ordinato sacerdote da otto anni. Dopo aver trascorso un anno come viceparroco, ho trascorso i restanti sette anni studiando a Roma. 

In questi ultimi giorni, mentre assistevo alla cura pastorale della nostra parrocchia di Madonna della Strada, ho riflettuto molto sul mio passato. Mi sono chiesto se avessi mai passato veramente bene la Settimana Santa da quando sono diventato sacerdote.

Spesso pensavo alla Settimana Santa come a una pausa dalla scuola o come a un momento per recuperare i compiti arretrati, piuttosto che come a un momento per piangere e provare gratitudine per la sofferenza di Gesù.

Il giorno di Sante Quarantore, non pensavo davvero a cosa avrei fatto; la mia unica preoccupazione era quella di sapere in quale parrocchia andrò per la liturgia del Triduo, e non di più. Non trascorrevo la Settimana Santa come questo anno da quando ero sacerdote.

Mentre celebravo le confessioni davanti al Santissimo durante la giornata, mi rendo conto che questo sia il tempo che il Signore ha riservato non solo per i fedeli, ma anche per me.

In tutti questi anni sono stato così lontano dalla Sua sofferenza di passione. Ero impegnato a dimenticarlo, ma Lui invece non ci ha mai dimenticati per un momento. Si sopporta qualsiasi dolore per quelli che ama. È esattamente quello che ha fatto Gesù. Amandoci, ha portato croce.

Voglio essere un sacerdote che sopporta il dolore e la sofferenza per amore dei fedeli. Questo è l'esempio che lui ha dato portando la croce, ed è l'esempio che devo seguire.

 

don Agostino

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