RIFLESSIONI ALLA DON MATTEO
- Andrea Pani
- 13 giu
- Tempo di lettura: 2 min
Aggiornamento: 14 giu
Da parroco mi trovo spesso a riflettere sull’impatto che l’annuncio del Vangelo e la concreta vita liturgica, pastorale e caritativa della parrocchia rivestono sul territorio, nel vissuto reale del nostro quartiere. Certamente l’annuale benedizione delle case fornisce interessanti e variegati dettagli a riguardo, per quanto non esaustivi e completi. Come non rimanere attoniti, ad esempio, quando qualcuno mi dice “Ma lei è arrivato da poco tempo in parrocchia?!”. La mia risposta, con un sorriso che nasconde un pochino di smarrimento, apre la strada a un turbinio di pensieri: “Si, son qui solo da quasi 15 anni!”.
I pensieri, appunto, vanno per due direzioni: la prima riguarda la partecipazione dell’interlocutore alla vita parrocchiale, o meglio alla vita di fede dentro il contesto della comunità cristiana nel suo territorio. L’altra riguarda, invece, la mia responsabilità e quella della parrocchia: se in tutti questi anni non ci siamo visti è anche perché non abbiamo creato e valorizzato occasioni e circostanze per intercettarci.
L’impatto nell’annuncio del Vangelo, perciò, passa anche attraverso quel quotidiano e creativo percorso per incontrare concretamente le persone del quartiere e per provare ad incrociarne il cammino.
Per allargare la questione ad altre problematiche, come cristiani ci stiamo sicuramente domandando quale sia l’impatto del Vangelo nel complesso contesto attuale che ci vede spettatori impotenti di guerre che consegnano inarrestabili episodi di crudeltà ma anche per le emergenze sociali, educative ed affettive al limite dell’umanamente possibile. Ho trovato illuminante un passaggio del discorso di Papa Leone ai Rappresentanti pontifici nel mondo e che delinea la missione della Chiesa in ogni angolo del pianeta, quindi anche nel micromondo del nostro quartiere:
Dare Cristo significa dare amore, dare testimonianza di quella carità che è pronta a tutto. Conto su di voi affinché nei Paesi dove vivete tutti sappiano che la Chiesa è sempre pronta a tutto per amore, che è sempre dalla parte degli ultimi, dei poveri, e che sempre difenderà il sacrosanto diritto a credere in Dio, a credere che questa vita non è in balia dei poteri di questo mondo, ma è attraversata da un senso misterioso. Solo l’amore è degno di fede, di fronte al dolore degli innocenti, dei crocifissi di oggi, che molti di voi conoscono personalmente perché servite popoli vittime di guerre, di violenze, di ingiustizie, o anche di quel falso benessere che illude e delude.
Un brano che descrive molto bene, anche per il nostro piccolo, il senso della presenza della parrocchia nel concreto tessuto di vita, relazioni, iniziative, emergenze e speranze di un quartiere. Con questo spirito, ad esempio, venerdì 27 giugno, per alcune strade del nostro quartiere, portiamo la Presenza stessa di Cristo nell’Eucarestia, nella solenne processione: per ricordarci e ricordare che ciò che di più importante possiamo donare come cristiani è proprio la forza di un Amore, di un Cuore che non smette di strapparci alla morte e di aprire strade di speranza e di vita nuova. Per tutti.

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