Tra gli impegni tradizionali che fanno capolino nell’agenda delle prime settimane di settembre, c’è l’immancabile riunione con i catechisti che, in parrocchia, si mettono a servizio delle nuove generazioni nei cammini di iniziazione cristiana. Un gruppo eterogeneo di una ventina di credenti che con generosità, tanta dedizione e altrettanta pazienza, gratuitamente, sono testimoni del Vangelo del Signore tra i più piccoli e i ragazzi. Mamme, papà, giovani, studenti, nonni che, alla luce della loro importante esperienza di fede nella comunità parrocchiale, hanno accolto la chiamata a trasmettere la gioia dell’amicizia con Cristo e la bellezza di condividere nella Chiesa il legame che si crea tra coloro che si scoprono fratelli e sorelle in Lui. Oggi più che mai, insieme ad altri delicati ambiti educativi, quella del catechista è una missione che richiede requisiti e formazione a tutti i livelli: maturità umana, equilibrio affettivo, umile e profonda adesione a Cristo, intensa vita spirituale, armonia tra la fede professata e le scelte di vita, appartenenza sincera e assidua alla vita della parrocchia, capacità comunicativa e nella gestione delle dinamiche di gruppo. Posso assicurare che il nostro gruppo di catechisti, anche nel percorso personale di ciascuno, tiene viva la preoccupazione a non trascurare nessuno di questi aspetti, avvertendo un particolare senso di responsabilità e una spiccata passione educativa, in dialogo con i genitori dei ragazzi e dentro le trame della vita parrocchiale. I genitori, appunto! Con diversi di loro il dialogo educativo e di fede sul percorso dei figli trova punti di convergenza e collaborazione significativa: non mancano occasioni per rilanciare anche ai genitori la necessità di prendersi cura della loro vita interiore, ridando fiducia al Signore e vivendo in autenticità i segni essenziali del cammino di fede. Con altri genitori, il desiderio di condividere tempi, passaggi e priorità nell’educazione cristiana, incontra sempre più ostacoli, resistenze, se non pretese ma immediatamente ridimensionate. All’origine c’è sempre la domanda che fa emergere il motivo per cui i genitori chiedono alla nostra parrocchia di accogliere i figli al catechismo e, allo stesso tempo, fino a che punto per loro Gesù è davvero significativo a tal punto da condividere con una comunità il dono e le esigenze della fede. L’assottigliarsi del numero di ragazzi che chiedono di partecipare al catechismo e gli abbandoni lungo strada, soprattutto dopo la celebrazione della Prima Comunione, se sono fonte di preoccupazione e fanno sorgere interrogativi pastorali e questioni decisive, allo stesso tempo permettono di poter partire, nella maggior parte dei casi, con una più pertinente motivazione dei ragazzi e dei genitori. In ogni caso, il tutto fa i conti con una ininterrotta emergenza educativa e una profonda crisi di orientamento e di fiducia che da tempo le giovani generazioni stanno attraversando, faticando a trovare, soprattutto negli adulti, positivi e attraenti punti di riferimento. Anche nella fede.
Scarica il file completo
Comments