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NON RINUNCIARE A BUSSARE!


Ogni anno la Pasqua ci catapulta nell’attesa benedizione delle famiglie, tra gli spazi in cui quotidianamente, tra gioie e fatiche, si vive buona parte del nostro tempo e dove sono custodite le relazioni più significative dell’esistenza: le nostre case.

Per coloro che hanno il dono e la responsabilità di guidare una comunità cristiana, è una grande opportunità poter essere accolti nello spazio intimo e sacro delle mura domestiche e poter, anche se per pochissimo tempo, condividere segreti, profumi, lacrime e gioie di quella casa, affidando al Signore, nella preghiera, ognuno dei volti e ognuna delle storie di chi si sente a casa tra quelle pareti.

So per certo che da tredici anni, esclusi i due in cui a causa delle restrizioni della pandemia non è stato opportuno adempiere a questo importante e delicato compito, la nostra parrocchia non ha mai trascurato di rendersi presente anche in questo modo tra le famiglie e le persone del nostro territorio.

Negli intensi pomeriggi dedicati alle benedizioni pasquali, ogni anno tocchiamo con mano la diffusa e impellente necessità, espressa da tanti, di essere ascoltati, compresi ed incoraggiati: solitudini, incomprensioni, malattie, preoccupazioni e problemi improvvisi che nella maggior parte dei casi decretano irrimediabilmente la nostra umana impotenza. Ogni porta che si chiude lascia nel cuore la gioia di un incontro e la conferma di una relazione accesa e da consolidare, ma anche la faticosa responsabilità di portare dentro sé, e poi portare davanti al Signore, l’accorata raccomandazione per la salute, la devastante tristezza per mancanza di lavoro, l’assurda amarezza per le incomprensioni e la faticosa lotta contro la disperazione, ormai di casa, per un motivo o per un altro, in tante delle nostre famiglie. Eppure, sempre di più e sempre con maggior consapevolezza, ogni porta che si chiude, dopo quell’incontro, chiede al cuore di aprirsi alla gratitudine per la bontà e la semplice ma sincera testimonianza di fede espressa dalle parole, dai sorrisi, dall’accoglienza di tante persone. Passare di casa in casa, offre la possibilità di avere uno sguardo più veritiero di come vanno le cose in quartiere, anche per ciò che riguarda la vita di fede: c’è sempre un risicato numero di persone che declinano la proposta e, comunque, senza mai eccessivo fastidio.

Pasqua è anche questo: riconoscere e custodire quei piccoli e grandi germogli di speranza che, come una rinnovata primavera, vogliono esplodere e crescere in mezzo a noi e per il bene di tutti!

 






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