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IL FIUTO DELLA SPERANZA

Come promesso, abbiamo portato Mulinu Becciu in Piazza San Pietro: a pochi metri dal passaggio di Papa Francesco c’era la bandiera del nostro oratorio ma soprattutto i 15 volti sorridenti ed increduli del nostro gruppo di adolescenti e giovanissimi. Partiti da Cagliari, all’alba del giorno di Pasquetta, con un gruppone di 200 ragazzi della diocesi di Cagliari guidati da mons. Giuseppe Baturi e da sacerdoti ed educatori, ci siamo posizionati in piazza san Pietro a Roma sia per il Regina coeli di mezzogiorno che per la Veglia con circa 80 mila adolescenti provenienti da tutta l’Italia. Sotto il sole, tra la calca, dopo lunghe ore di fila abbiamo conquistato il nostro posto accanto alle transenne per “vedere” da vicino il passaggio del Papa e per seguire tranquillamente le testimonianze, i canti e la preghiera lungo tutta la serata. L’emozione, raccontata dai ragazzi, è stata davvero tanta: sentirsi parte di una “chiesa” che riprende ad essere giovane, ad ascoltare e farsi vicina ai ragazzi con le loro paure ed interrogativi, speranze e slanci di vitalità.

Nel saluto al Papa, durante la Veglia, è stato detto:


Non sono dei grandi spensierati i ragazzi che stanno davanti a Lei. Hanno sofferto, molto, durante gli ultimi due anni: più degli adulti sono spesso piombati in una solitudine che nessuna tecnologia ha potuto evitare. E il male della solitudine ne produce molti altri: sono mali che spesso non si vedono, che si annidano dentro al cuore e che rendono più acute le difficoltà nell’affrontare i rapporti con gli altri, lo studio, gli impegni vari della vita di tutti i giorni. Hanno dovuto fare i conti con la fragilità del corpo e della malattia. Alcuni di loro hanno visto in faccia la morte, quella dei nonni, delle persone care, degli amici. Sono stati costretti a volersi bene senza potersi abbracciare o stringere la mano. Hanno cercato di portare avanti i loro percorsi formativi davanti ad uno schermo.

È vero anche per i ragazzi, freschi di Cresima, del nostro gruppetto. In aeroporto, a Cagliari, al rientro, ho trasmesso loro la gratitudine per come hanno vissuto i due giorni “romani”: anche il martedì a zonzo per la Città Eterna, hanno mostrato responsabilità, serenità e partecipazione alla vita di gruppo e all’esperienza. Ingredienti importanti per il presente ed il futuro. Di questo è consapevole anche Papa Francesco e in questi termini si è rivolto ai ragazzi:


Cari ragazzi e ragazze, voi non avete l’esperienza dei grandi, ma avete una cosa che noi grandi alle volte abbiamo perduto. Voi avete il fiuto della realtà, ed è una cosa grande. Il fiuto di dire “questo è vero – questo non è vero – questo non va bene”; il fiuto di trovare il Signore, il fiuto della verità.

Le istantanee della Pasqua non possono quindi che confluire nella gioia e nella partecipazione dei ragazzi: premesse importanti per riprendere, anche nella nostra parrocchia, a dare fiato alla speranza anche grazie alla creatività degli adolescenti.






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