DISARMARE LE PAROLE
- Andrea Pani
- 3 giorni fa
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Mi è capitato ultimamente di assistere, in diversi ambiti, a concitate discussioni tra persone e aver percepito la forza distruttiva che possiedono alcune parole e la modalità con cui vengono espresse. Non che lo sapessi e non che io stesso mi sia reso conto di quanto le parole dette con livore e rabbia mi abbiano fatto stare male, con tutte le conseguenze per persone, ambiti e questioni. Ma mai come in questo frangente ho percepito l’importanza di mettere in luce questa deriva: le parole feriscono, sono armi a disposizione di tutti e rivelano tutta la cattiveria che nel cuore possiamo contenere e far lievitare. Confesso però, in questa riflessione la complicità di un passaggio del discorso di Papa Leone agli operatori della comunicazione che mi ha particolarmente interessato:
“Beati gli operatori di pace (Mt 5,9)". Si tratta di una Beatitudine che ci sfida tutti e che vi riguarda da vicino, chiamando ciascuno all’impegno di portare avanti una comunicazione diversa, che non ricerca il consenso a tutti i costi, non si riveste di parole aggressive, non sposa il modello della competizione, non separa mai la ricerca della verità dall’amore con cui umilmente dobbiamo cercarla. La pace comincia da ognuno di noi: dal modo in cui guardiamo gli altri, ascoltiamo gli altri, parliamo degli altri; e, in questo senso, il modo in cui comunichiamo è di fondamentale importanza: dobbiamo dire no alla guerra delle parole e delle immagini, dobbiamo respingere il paradigma della guerra.
E continua:
Disarmiamo le parole e contribuiremo a disarmare la Terra. Una comunicazione disarmata e disarmante ci permette di condividere uno sguardo diverso sul mondo e di agire in modo coerente con la nostra dignità umana.
Papa Francesco, dal suo letto di ospedale, scriveva:
Non sono mai soltanto parole: sono fatti che costruiscono gli ambienti umani.
Già la sola espressione le-parole-sono-fatti spinge a una rinnovata assunzione di responsabilità da parte di tutti: è un appello contro la pratica e convinzione diffuse per cui le parole valgono zero, perché ci si illude di poterle buttare là ora e ritirare poi. Mentre hanno la stessa potenza dei fatti e, una volta pronunciate, generano scelte, azioni e movimenti, a volte irrimediabili.
La fornace prova gli oggetti del vasaio, la prova dell'uomo si ha nella sua conversazione. Il frutto dimostra come è coltivato l'albero, così la parola rivela il sentimento dell'uomo. Non lodare un uomo prima che abbia parlato, poiché questa è la prova degli uomini.” Sir 27, 5-7

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