Cari parrocchiani e lettori de La Comunità in Cammino, è ormai passato più di un mese da quando mi avete accolto in questa comunità parrocchiale. Il parroco, nel presentarmi, più volte vi ha detto che sto vivendo il sesto anno. Cosa significa? Ormai, più che di anni, nell’ambito della formazione al sacerdozio, si parla di tappe (propedeutica, discepolare, configuratrice e pastorale). Quella che, in questo momento, mi riguarda, è quella pastorale (chiamata anche di “sintesi vocazionale”).
A tal proposito si esprime così la Ratio Fundamentalis Institutionis Sacerdotalis, il documento della Chiesa che fornisce le indicazioni per la formazione del clero, al n. 74:
La finalità di questa tappa è duplice: da una parte, si tratta di essere inseriti nella vita pastorale, con una graduale assunzione di responsabilità, in spirito di servizio; dall’altra di adoperarsi per una adeguata preparazione, ricevendo uno specifico accompagnamento in vista del presbiterato.
Ecco, dunque, le ragioni della mia presenza tra voi. Sotto la guida di don Emanuele e di don Antonio, che con don Andrea ringrazio per la loro amicizia, vivo con voi buona parte della settimana per inserirmi gradualmente nella vita pastorale ed essere accompagnato al presbiterato. Non solo, dal lunedì al mercoledì risiedo in Seminario dove frequento i corsi previsti questo anno: amministrazione dei beni, tutela del patrimonio storico e artistico, ascolto delle confessioni, omiletica ed altri laboratori legati strettamente alla vita pastorale.
Nel corso dell’ultimo mese ho visto davvero una bella famiglia parrocchiale, giovane (avete da poco compiuto cinquant’anni) e desiderosa di essere, per coloro che la frequentano, una comunità accogliente per condurre tutti all’incontro con l’unico, vero Buon Pastore.
Di questa famiglia parrocchiale ho già potuto sperimentare l’entusiasmo dei bimbi e dei ragazzi del cammino di catechesi con i loro genitori, la dedizione dei catechisti, la fedeltà e l’impegno di tutti coloro che prestano il loro servizio durante le nostre liturgie, la gioia contagiosa dei giovani animatori dell’oratorio, la disponibilità e la discrezione degli operatori “Caritas”, … e tante altre sfaccettature che, di questa poliedrica famiglia, dovrò ancora conoscere. Così si esprimeva Papa Benedetto XVI all’inizio del suo pontificato:
La Chiesa è giovane. Essa porta in sé il futuro del mondo e perciò mostra anche a ciascuno di noi la via verso il futuro. La Chiesa è viva e noi lo vediamo: noi sperimentiamo la gioia che il Risorto ha promesso ai suoi.
A me e a voi, auguro di sperimentare in questa comunità la bellezza della vita in Cristo e nella Chiesa.
Leonardo
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