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CASE TRASFORMATE IN CHIESE

Con don Antonio, in queste ultime settimane quaresimali, abbiamo deciso di celebrare la Messa nelle case delle persone ammalate e anziane cui, ogni venerdì o una volta al mese, il diacono Luigi, i ministri straordinari dell’Eucarestia e gli accoliti portano l’Eucarestia. Quasi tutti hanno accolto con gioia e commozione l’invito che si traduce in festa, trepidazione e gratitudine quando, insieme a qualche parente, vicino di casa o amico, quella stanzetta si trasforma per un po' di tempo in “chiesa”, accogliendo “Gesù che viene a casa mia”.



Nella foto un gioioso gruppo al termine di una celebrazione in casa. La proposta rappresenta una bella occasione in cui la parrocchia continua a farsi “prossima”, vicina alla vita quotidiana delle nostre famiglie in cui, tra le tante esperienze, si affronta la malattia, la sofferenza e anche la solitudine. Vengono ricordati i parenti defunti e si prega per la pace, consapevoli che il Signore ascolta con particolare attenzione le suppliche vengono dai piccoli e da chi ha da offrire il peso della sofferenza e della malattia. Proprio le persone ammalate e anziane sono quelle che hanno avvertito il peso di questi due anni di pandemia: la paura del contagio, la difficoltà delle visite dei parenti e degli amici e il senso di precarietà che in generale abbiamo vissuto. Appena è stato possibile, ossia da maggio 2020, abbiamo ripreso a visitare gli ammalati e a portare loro l’Eucarestia, assicurando, con le dovute precauzioni, il sostegno della presenza e della vicinanza. Molti di loro vorrebbero venire in chiesa ma non possono: penso allora a chi può e per pigrizia e trascuratezza non viene; a chi è entrato nel meccanismo che “tanto la Messa in televisione vale lo stesso”; a chi ritiene che partecipare a Messa, fisicamente, sia in più. Infatti, partecipare alla Messa per un cristiano non è importante! È ESSENZIALE! Sarebbe interessante poterci confrontare, a partire dai gruppi, nelle famiglie e nei contesti quotidiani, su come la partecipazione piena e convinta alla Messa ci dia uno sguardo nuovo e diverso su noi stessi e sulla vita; di come ritagliarci il momento della Messa, con altri cristiani che con noi e per noi pregano e condividono la fede, accenda una nuova luce, quella di Dio, nel grigiore se non buio della vita. Ma in questi giorni siamo felici per aver portato nelle case degli ammalati una ventata di speranza e di gioia: quella che solo il Signore può davvero portare.






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