AVVENTO: UNA GIOIA CHE NASCE DALL'ATTESA
- Andrea Pani
- 2 giorni fa
- Tempo di lettura: 3 min
Un saluto ed un augurio di Pace!
Cari amici, siamo ormai giunti a metà del tempo di Avvento, un prezioso cammino che la liturgia ci affida come tempo di gioia discreta, attesa operosa, vigilanza e ascolto della Parola di Dio. Forse qualcuno di noi sente di non aver vissuto al meglio queste prime due settimane: la fretta quotidiana, le preoccupazioni, gli impegni possono averci distratto. Ma l’Avvento è sempre un tempo aperto, mai chiuso. La Domenica della Gioia, che celebriamo oggi, ci invita a ritrovare serenità e fiducia: il Signore viene, continuamente; viene nella nostra vita così com’è, e non si stanca mai di attenderci. È Lui a farsi vicino, a cercare spazio nel nostro cuore, ad accogliere ogni nostro piccolo passo verso di Lui: a noi il compito di aprirgli il cuore, di accorgerci della sua Presenza.
La Parola di questa III Domenica di Avvento ci offre, come sempre, la luce che sostiene il nostro cammino. Nella prima lettura il profeta Isaia dipinge una terra che rifiorisce: il deserto che esulta, i luoghi aridi che si trasformano in vie sicure, gli occhi che si aprono e le gambe che riprendono forza. È l’immagine della salvezza operata dal Signore: Dio che trasforma la solitudine e la stanchezza in speranza. La venuta del Signore non è un’astrazione ma una realtà che rinnova la vita: dove c’erano debolezza, scoraggiamento e paura può nascere coraggio, speranza e gioia. Anche se ci sentiamo aridi o incapaci di pregare, indegni o lontani dal Signore, la Parola ci assicura che Dio viene per rinnovarci: diamogli la possibilità di compiere la sua opera nella nostra vita! Il salmo e la seconda lettura ci richiamano ancora alla pazienza operosa e alla perseveranza: l’immagine del contadino che attende la pioggia buona e il raccolto ci insegna a non perdere la speranza; infatti, la promessa di Dio si sta compiendo nella nostra vita anche quando non la vediamo subito. San Giacomo esorta oggi la nostra comunità alla costanza nella speranza e nell’amore fraterno: questa pazienza è anch’essa un modo di prepararci alla venuta del Signore. Nel Vangelo, Giovanni Battista, dalla prigione, chiede a Gesù: «Sei tu colui che deve venire?». La risposta di Gesù è fatta di gesti che parlano più delle parole: i ciechi vedono, gli zoppi camminano, i lebbrosi sono purificati, ai poveri è annunciato il Vangelo. Gesù mostra che il Regno è già all’opera: non con frastuono ma con opere di misericordia. Anche noi, come Giovanni, siamo chiamati a riconoscere i segni della salvezza nella nostra vita, e a dare testimonianza facendo il bene e attraverso le nostre opere di carità, perché anche altri incontrino la Luce del Signore. Anche quando il dubbio ci assale, queste opere ci ricordano che il Signore è presente e agisce con tenerezza e potenza.
Tra pochi giorni, il 16 dicembre, inizieremo la Novena di Natale, un momento prezioso di preparazione spirituale alla solennità che ci attende. In quello stesso giorno, vivremo anche la seconda catechesi di Avvento, un tempo di ascolto, meditazione e crescita interiore. Il tema della serata saranno le Grandi Antifone “O”, antichi e bellissimi testi liturgici che la Chiesa canta negli ultimi giorni prima del Natale. Ogni antifona invoca Cristo con un titolo biblico - O Sapienza, O Adonai, O Radice di Iesse, O Chiave di Davide, O Astro che sorge, O Re delle genti, O Emmanuele - e ci aiuta a contemplare il mistero di Colui che viene a colmare le attese dell’umanità. A guidarci sarà don Roberto Maccioni, rettore del Santuario di Santa Maria di Uta, che attraverso il commento a queste antifone ci accompagnerà dentro la profondità teologica e spirituale della Novena, aiutandoci a vivere con cuore rinnovato gli ultimi giorni di Avvento.
Anche bambini e ragazzi sono invitati a partecipare a qualche giorno di una Novena dedicata a loro (da martedì 16 a venerdì 19 alle ore 17.00).
Cari amici, lasciamoci dunque guidare dalla gioia di questa domenica: il Signore viene, e viene per noi. Apriamogli il nostro cuore e camminiamo insieme verso il Natale con fiducia, speranza e gratitudine.
don Michele
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